All'interno del biglietto, come ormai faccio ogni volta che ho la quinta, ho stampato la poesia di Madre Teresa di Calcutta.
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei princìpi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano,
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci, con umiltà,
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore di rinascere,
per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
Quest’anno, come sempre, abbiamo organizzato una piccola rappresentazione teatrale mettendo in scena due testi, molto diversi tra loro, per lingua e stile , ma molto vicini per quel che riguarda il messaggio che trasmettono. Uno, è una parodia della famosa “Livella” di Totò, l'altro è la poesia La notte santa di Guido Gozzano.
La parodia della Livella è stata, come si può ben immaginare, in dialetto napoletano ed ha ripercorso, attraverso le immagini del presepio, gli avvenimenti che vanno dall’annunciazione a Maria all’arrivo dei re magi. Il testo ci ha fatto riflettere sul fatto che, spesso, il Natale si riduce quasi unicamente ad un’occasione per fare festa e fare regali e ci si dimentica il vero significato di questa ricorrenza.
Quest'anno, abbiamo studiato l'origine della Lingua Italiana, le lingue neoclassiche, gli arcaismi, i latinismi, i neologismi, i dialetti....perciò la piccola recita è stata uno strumento trasversale alle attività didattiche canoniche e, anche il testo, molto diverso, di Gozzano, è servito allo scopo di far scoprire agli alunni le infinite possibilità dell'espressione orale e artistica del nostro patrimonio culturale.
Dai grandi poeti ci aspettiamo parole complesse, metafore, espressioni immaginifiche; Guido Gozzano, in questa poesia, ci parla, invece, con un linguaggio chiaro, elementare, paziente come quello che si riserva soprattutto ai bambini. La Notte Santa si rivela una favola della buonanotte o, meglio, una preghiera, scandita da un canto nostalgico che sembra custodito nel cuore della notte di Natale.