Per riflettere sulla condizione delle donne e sull’importanza di rispettarle, sempre, sono partita dalla considerazione che l'8 Marzo, più che la "festa delle donne" è una "ricorrenza", che ci permette di ripensare al ruolo e al valore che le donne hanno , e hanno avuto, nella società e nel tempo.
In epoca antica, la donna era delegata principalmente alla cura dei figli: le donne greche e romane, pur facendo parte del nucleo familiare, erano fondamentalmente prive di diritti e libertà.
Nell’ antica Roma le donne erano sottoposte al potere di un uomo (prima il padre, poi il marito) che esercitava su di loro anche il diritto di vita e di morte. Una legge di Romolo, per esempio, stabiliva che chi abbandonava un figlio maschio veniva punito con la confisca di metà del patrimonio; chi abbandonava una femmina invece veniva punito solo se si trattava della primogenita: tutte le altre potevano essere impunemente abbandonate.
In altre parti del mondo molte donne lavorano in media per un numero maggiore di ore settimanali rispetto agli uomini e guadagnano di meno e le prime ad essere licenziate, spesso, sono proprio le donne, perché esiste ancora la mentalità che una donna può sempre appoggiarsi al proprio compagno, mentre un uomo deve essere indipendente per se stesso e per la sua famiglia.
Senza scendere troppo nei particolari, abbiamo discusso soprattutto, sull'importanza di avere un' istruzione e di come il fatto di non poter andare a scuola privi del diritto fondamentale alla conoscenza e, perciò, della possibilità di crearsi un futuro indipendente; impedisce di realizzare e perseguire i propri interessi o le proprie attitudini; non offre l'opportunità di dimostrare le proprie capacità e la propria unicità. Se pensiamo agli antichi studiosi o filosofi ci vengono in mente Aristotele, Platone, Pitagora, Archimede, Michelangelo... tutti uomini! Questo perchè si è sempre impedito alle donne di accedere alla conoscenza!
Abbiamo perciò riflettuto sul fatto che l'intelligenza, il saper fare, la determinazione nel portare avanti le proprie idee... o, al contrario, la stoltezza, l'incapacità, la mancanza di prospettive... non dipendono dal genere di appartenenza, ma sono tutte qualità dell'essere umano in quanto tale. La diversità tra uomo e donna ha un carattere puramente genetico, null'altro. Possiamo essere differenti nell'aspetto, ma abbiamo entrambi lo stesso cuore e lo stesso cervello. La discriminazione a cui, ancora oggi, sono sottoposte le donne, non ha, dunque, motivo di esistere.
Ho chiesto perciò ai bambini: "Cosa possiamo fare affinchè si raggiunga finalmente la parità di genere?". Ho ascoltato le loro risposte, molte delle quali mi hanno piacevolmente sorpresa, per la profondità di certe riflessioni e, insieme, siamo giunti a questa conclusione:
"Se vogliamo vivere in un mondo prospero, sostenibile e di pace, dobbiamo
costruire, ogni giorno, relazioni sane e rispettose!"
Ognuno dovrebbe avere la possibilità di esprimere la propria unicità, ma tutti possiamo contribuire a costruire una società più equa e inclusiva, basata sul rispetto reciproco. La poesia "8 Marzo" di Angela Rosa Nigro, mi è sembrata adatta a concludere le nostre riflessioni e promuore nei bambini i giusti comportamenti. (immagine presa dal web)